È stato pubblicato dal GSE il National Survey Report of PV Power Applications in Italy, che mostra la crescita del fotovoltaico nel nostro paese per quanto riguarda il 2022.
Nel 2022 l’Italia ha registrato una crescita significativa delle installazioni fotovoltaiche, con quasi 2,5 GW di capacità (per un totale a fine anno di 25 GW) e un numero di nuovi impianti pari a 210.000. Tra i 1.225.431 impianti attualmente presenti nel paese, circa il 34% di essi è installato a terra. I piccoli impianti, ovvero quelli al di sotto dei 20 kW, rappresentano circa il 93% del totale e il 26% in termini di potenza. La maggior parte di quelli presenti in Italia (circa il 97,9%) sono collegati alla rete in bassa tensione, solo 25.530 in media tensione e il restante in alta tensione, con una potenza di circa 1.907 MW.
Il dato più interessante però è che il 30.9% degli impianti in Italia risulta installato solo in due regioni del nord, il Veneto e la Lombardia. Il record in termini di potenza installata va alla Lombardia (3,15 GW), che per la prima volta nel 2022 ha superato la Puglia. La produzione da fotovoltaico infine ha raggiunto i 28.121 GWh, divisi tra il settore residenziale (4.727 GWh), il terziario (5.250 GWh), l’agricolo (3.012 GWh) e l’industriale (15.132 GWh).
Nel giugno del 2023 l’Italia ha presentato alla Commissione Europea una proposta per un Piano nazionale integrato sull’energia e sul clima, che prevede una forte accelerazione dell’uso e della condivisione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili. Si prevede che il contributo maggiore venga proprio dalla tecnologia del fotovoltaico, che dovrebbe raggiungere una capacità di circa 80 GW entro il 2030, con una corrispondente produzione di energia di circa 100 TWh ogni anno.
Nel 2009 l’Italia è passata a un sistema di fatturazione netta per gli impianti con una capacità al di sotto dei 500 kW: l’elettricità immessa in rete dai produttori veniva remunerata attraverso una quota basata sul prezzo dell’elettricità sul mercato e una quota che dipendeva dagli oneri di servizio. Negli anni la situazione è andata sempre migliorando e ora l’autoconsumo è permesso per tutte le taglie degli impianti fotovoltaici.
Il 4 luglio del 2019 è stato pubblicato un decreto con l’obiettivo di supportare l’energia proveniente dalle seguenti fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico e idroelettrico. È stato infatti introdotto un supporto per gli impianti con una capacità superiore ai 250 kW: il produttore riceve un incentivo pari alla differenza tra la tariffa di riferimento e il prezzo zonale orario dell’energia. Esistono anche altre remunerazioni: per impianti installati in edifici con una potenza inferiore a 100 kW e per gli impianti che sostituiscono l’amianto.
Nel 2020 è entrata infine in vigore la misura del Superbonus 110% per riqualificare gli edifici dal punto di vista energetico, installare impianti fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici. Attualmente il Superbonus sta cambiando e si sono abbassate le percentuali del contributo da parte dello Stato. Ad oggi però il PNRR concede contributi anche per il Bando Parco Agrisolare, supportando l’installazione di impianti fotovoltaici nel settore agricolo e agro-industriale. Nel 2022, sono stati installati nel nostro paese 155.176 sistemi di accumulo; essi si concentrano maggiormente nelle regioni che presentano un elevato numero di installazioni (infatti, circa il 45% dei sistemi si concentra in tre regioni del nord).
Per quanto riguarda invece l’autoconsumo collettivo, il Parlamento italiano ha approvato nel 2020 una misura che permette al consumatore finale e/o al produttore di energia da fonti rinnovabili di formare dei gruppi per condividere localmente l’energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili con una capacità inferiore o uguale ai 200 kW. Questo decreto, emanato il 16 settembre 2020, completa il regolamento sulle Comunità Energetiche e gli auto-consumatori.
Un gruppo di auto-consumatori che agisce collettivamente, ovvero una Comunità Energetica, consiste in almeno due consumatori di energia da fonti rinnovabili, i cui impianti fotovoltaici possono essere posseduti anche da una terza parte. I consumatori che fanno parte della Comunità sono connessi alla rete pubblica di distribuzione, che garantisce per vent’anni una tariffa per l’elettricità condivisa (100 €/MWh per i prosumer e 110 €/MWh per la Comunità Energetica).
Il 14 febbraio 2017 è stato pubblicato un decreto che garantisce sussidi per installare impianti a fonti rinnovabili nelle piccole isole italiane che non sono connesse alla rete elettrica della terraferma; queste devono avere un’estensione più grande di un chilometro quadrato, essere distanti più di un chilometro dal continente e avere una popolazione residente di almeno 50 persone. In questi casi, per 20 anni viene fornita una tariffa per l’elettricità immessa in rete e un bonus per quella autoconsumata.
Le statistiche del 2022 mostrano una crescita significativa del settore del fotovoltaico in Italia. Il numero di impianti infatti è aumentato del 20,5% in confronto al 2021. Secondo gli obiettivi prefissati dalla Commissione Europea, ci si aspetta che il fotovoltaico contribuisca in maniera consistente alla transizione energetica, con una capacità di 80 GW entro il 2030. E proprio per quanto riguarda l’industria del fotovoltaico, la prospettiva è quella di un settore che continuerà la sua crescita. Un esempio concreto lo si riscontra nel fatto che alcune compagnie hanno iniziato il processo per la creazione di gigafactory in Italia, seguendo il trend europeo, che si è posto l’obiettivo di riuscire a soddisfare almeno il 40% della domanda dell’UE, con la produzione di tecnologie a zero emissioni, entro il 2030. Il raggiungimento di questi obiettivi porterà effetti positivi nella lotta al cambiamento climatico e nel processo di transizione energetica in corso.