Immagina una giacca che ricarica il tuo smartphone mentre cammini. Una tenda da campeggio che fornisce elettricità per illuminare la notte. Una pensilina solare che rinfresca l’interno di un camion in sosta o alimenta la segnaletica urbana. Tutto questo non è più fantascienza: è la rivoluzione silenziosa del solar fabric, i tessuti fotovoltaici che trasformano la luce solare in energia elettrica.
Un’idea nata negli anni ’70
L’idea di integrare il fotovoltaico nei tessuti ha radici lontane. I primi esperimenti risalgono agli anni ’70, ma è nei primi anni 2000 che l’innovazione ha preso forma concreta. Aziende pionieristiche come Konarka Technologies hanno avviato progetti di celle fotovoltaiche organiche (OPV) applicabili a superfici flessibili, pensate anche per scopi militari.
Nel 2011 lo studio Diffus Design ha fatto notizia con la prima “borsa solare”: un accessorio fashion, ma funzionale, con celle fotovoltaiche ricamate nel tessuto. Da lì in poi, l’interesse per il solar fabric ha continuato a crescere, fino a diventare oggi uno dei settori più dinamici nel mondo dell’energia solare integrata.
Le tecnologie di oggi
Oggi diversi istituti di ricerca e aziende stanno perfezionando questa tecnologia, ognuno con approcci diversi ma complementari:
Fraunhofer Institute (Germania)
In collaborazione con ENAS e lo Sächsisches Textilforschungsinstitut, il Fraunhofer Institute ha sviluppato celle solari direttamente integrate in tessuti in fibra di vetro. Resistenti al calore (fino a 200°C), leggere e conformi alle normative antincendio, queste soluzioni sono ideali per teloni di camion, tende da sole, facciate edilizie e coperture industriali.
The Solar Cloth Company (UK)
Spin-off dell’Università di Cambridge, questa azienda ha creato un “tessuto solare” flessibile basato su TFPV (Thin-Film Photovoltaics). Con un peso di appena 3,3 kg/m² (cinque volte più leggero dei pannelli al silicio), è pensato per superfici fragili o non portanti, come musei storici, tetti leggeri o parcheggi. Secondo l’azienda, l’applicazione su larga scala potrebbe generare abbastanza energia da alimentare l’intera rete elettrica del Regno Unito tre volte.
MIT (USA)
Il team del Massachusetts Institute of Technology ha portato il concetto ancora oltre, con celle solari organiche ultrasottili, spesse meno di un capello umano. Queste celle stampabili sono state applicate a un tessuto tecnico chiamato Dyneema, leggerissimo ma ultraresistente. Il risultato? Un modulo fotovoltaico capace di produrre fino a 730 watt per chilogrammo e di mantenere le prestazioni anche dopo essere stato arrotolato oltre 500 volte.
Altri attori internazionali
- Pvilion (USA): specializzata in tende e coperture fotovoltaiche per eventi e campeggi.
- Heliatek (Germania) e ASCA/Suntex (Francia/Germania): sviluppano film solari organici flessibili, ideali per applicazioni architettoniche e tessili.
Dove vedremo questi tessuti?
Alcune soluzioni sono già sul mercato, soprattutto per usi specializzati:
- Tende solari per eventi e campeggi
- Pensiline per parcheggi
- Facciate fotovoltaiche leggere
- Coperture storiche dove i pannelli tradizionali non sono ammessi
Per gli indumenti solari, gli zaini, o i tendaggi da interni, invece, servirà ancora un po’ di tempo. Le sfide tecniche restano: aumentare l’efficienza, garantire resistenza ai lavaggi, ridurre i costi e mantenere comfort e traspirabilità.
Il potenziale è enorme
Il solar fabric rappresenta una delle frontiere più affascinanti della transizione energetica. Unisce tecnologia, sostenibilità e design in un’unica soluzione smart, capace di rivoluzionare il nostro rapporto con l’elettricità. Non più solo pannelli fotovoltaici sui tetti, ma superfici quotidiane che diventano microcentrali rinnovabili.
Dai teloni dei camion alle facciate degli edifici, dai campi solari portatili fino alla moda tecnologica, il tessuto che produce energia è destinato a diventare protagonista nelle smart city del futuro.
E forse, già nei prossimi anni, ricaricheremo il telefono semplicemente indossando la nostra giacca preferita.