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Google investe su Energy Dome: la rivoluzione italiana delle batterie alla CO₂

Il futuro dell’energia rinnovabile passa dall’accumulo. E in questo scenario entra in gioco Energy Dome, la startup italiana che ha sviluppato la CO₂ Battery, un sistema innovativo per immagazzinare elettricità prodotta da fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico.

La notizia è di pochi giorni fa: Google ha annunciato una nuova partnership strategica con l’azienda milanese, con un duplice obiettivo:

  1. installare impianti di accumulo in più Paesi,
  2. investire direttamente nella tecnologia, per accelerarne la diffusione a livello globale.

Una mossa che rafforza la strategia 24/7 Carbon-Free Energy di Google, volta a coprire ogni ora dell’anno con elettricità priva di emissioni di CO₂, anche nei suoi numerosi data center.

Come funziona la batteria alla CO₂

La CO₂ Battery sfrutta un ciclo termodinamico chiuso basato sull’anidride carbonica:

  • quando c’è un surplus di energia rinnovabile, la CO₂ viene compressa e liquefatta a temperatura ambiente;
  • quando serve elettricità, il liquido viene fatto evaporare ed espandere in una turbina, generando energia.

Il cuore visibile del sistema è una grande cupola gonfiabile (“dome”), che contiene la CO₂ nella fase gassosa.
Il processo avviene senza emissioni e senza consumo di CO₂, perché il fluido circola continuamente all’interno del sistema.

Dati principali:

  • efficienza fino al 75% (realisticamente ~60% in condizioni operative),
  • durata tecnica superiore a 30 anni,
  • nessun utilizzo di litio o terre rare,
  • costi competitivi per sistemi di grandi dimensioni (oltre 10 MW per almeno 8 ore di accumulo).

Gli impianti in Italia e nel mondo

Energy Dome è già passata dalla fase sperimentale ai progetti commerciali.

  • Sardegna (Italia):
    • 2022 → primo impianto dimostrativo da 2,5 MW / 4 MWh.
    • 2025 → impianto commerciale da 20 MW / 200 MWh a Ottana, in grado di fornire circa 73 GWh all’anno, sufficienti per 16.000 famiglie.
    • Collaborazione con Engie per la gestione dell’energia tramite modello di energy storage as a service.
  • Stati Uniti (Wisconsin):
    • accordo con Alliant Energy per un impianto da 20 MW / 200 MWh, con avvio previsto nel 2026-2027.
  • India (Karnataka):
    • in partnership con NTPC e Triveni Turbine, in costruzione un impianto da 20 MW / 160 MWh.
  • Mercati in valutazione: Cile, Australia, Regno Unito.

Perché interessa a Google (e al fotovoltaico)

Il collegamento con il fotovoltaico è diretto: i pannelli solari producono energia solo quando c’è sole, creando il problema dell’intermittenza.
Le batterie tradizionali al litio riescono a coprire poche ore di carico, ma non periodi più lunghi.

La CO₂ Battery di Energy Dome risolve questo limite:

  • può immagazzinare energia per 8-24 ore,
  • funziona senza materiali critici,
  • si può installare praticamente ovunque.

Per aziende come Google, che gestiscono enormi data center con fabbisogni continui di energia, questa tecnologia rappresenta un passo avanti concreto per garantire alimentazione pulita e stabile.

Vantaggi e limiti della tecnologia

Vantaggi principali:

  • sicurezza: la CO₂ non è infiammabile,
  • sostenibilità: utilizza materiali comuni come acciaio, acqua e CO₂,
  • tempi rapidi di autorizzazione (1,5-2 anni contro i 6-8 di un idroelettrico a pompaggio),
  • durata >30 anni,
  • modularità e flessibilità, ideale per impianti fotovoltaici di grande scala.

Criticità da monitorare:

  • efficienza reale più vicina al 60% che al 75%,
  • corrosione della CO₂ liquida se non mantenuta ad alta purezza,
  • durata limitata delle cupole pressurizzate (10-15 anni),
  • bassa densità energetica rispetto al litio (richiede più spazio).

Uno sguardo al futuro

Secondo il Dipartimento dell’Energia USA, entro il 2050 il mercato dello storage sarà diviso in due:

  • circa il 50% coperto da batterie al litio,
  • circa il 50% da tecnologie LDES (Long Duration Energy Storage) come la CO₂ Battery.

Quale tecnologia dominerà dipenderà da costi, affidabilità e regolamentazioni.
Ma una cosa è certa: con l’accordo siglato con Google, Energy Dome ha guadagnato un posto di rilievo tra i protagonisti della transizione energetica globale.

Conclusione

Dalla Sardegna al mondo: la CO₂ Battery rappresenta una delle soluzioni più promettenti per integrare fotovoltaico ed eolico nella rete elettrica.
L’investimento di Google non è solo una scommessa tecnologica, ma un segnale forte: senza accumulo energetico a lunga durata, la rivoluzione rinnovabile non può compiersi.

Con Energy Dome, l’Italia si candida a essere hub di innovazione nello storage del futuro, al fianco delle più grandi aziende del pianeta.

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