Con l’introduzione dei nuovi dazi di Trump sul fotovoltaico, i prezzi dei pannelli solari e delle batterie rischiano di aumentare anche in Europa. In questo scenario di incertezza globale, installare un impianto fotovoltaico oggi diventa una scelta strategica per risparmiare sulle bollette e proteggersi dai rincari futuri.
1. La Cina domina la filiera fotovoltaica globale
Oltre l’80% dei componenti chiave per la produzione di pannelli solari (polisilicio, vetro, celle) proviene dalla Cina. Questo significa che ogni intervento commerciale volto a limitare le importazioni cinesi ha un effetto diretto sui costi e sulla disponibilità dei materiali a livello mondiale.
2. Dazi USA e fotovoltaico: un effetto domino globale
Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno imposto dazi molto elevati su moduli e componenti fotovoltaici provenienti da Cina e Sud-Est asiatico. Questo ha fatto impennare i prezzi delle installazioni, e le prime stime per il 2025 indicano già un calo significativo delle installazioni, spinto dall’incertezza e dai nuovi dazi.
Le aziende riducono gli investimenti e sospendono nuovi progetti, mentre i costi cominciano a trasferirsi ai consumatori. Intanto, alcuni produttori cinesi hanno spostato le esportazioni verso l’Indonesia e il Laos, portando queste due nazioni a rappresentare quasi il 30% delle importazioni solari USA in pochi mesi.
3. Transizione energetica in stallo: un rischio globale
I dazi colpiscono direttamente anche turbine eoliche, batterie e veicoli elettrici. Le ripercussioni non si limitano all’aumento dei costi: crolla la fiducia degli investitori, si bloccano progetti già avviati e si mettono in discussione i target climatici a medio-lungo termine.
L’effetto? Meno investimenti, meno innovazione, più combustibili fossili. Anche la lieve riduzione delle emissioni dovuta al rallentamento industriale non compensa il danno sistemico alla transizione.
Caso concreto: la multinazionale francese Engie ha rallentato nuovi progetti negli Stati Uniti a causa dell’impossibilità di valutare in anticipo i costi complessivi derivanti dai dazi.
4. L’impatto in Europa: perché ci riguarda da vicino
Pur non essendo direttamente colpita dai dazi statunitensi, l’Europa potrebbe subire:
- un aumento dei prezzi dei componenti, a causa della concorrenza globale per materie prime e moduli;
- un rallentamento nelle forniture, con possibili ritardi nei progetti;
- un effetto domino se altri Paesi decidessero di introdurre dazi simili.
Secondo McKinsey & Company (una delle società di consulenza strategica più autorevoli al mondo), in uno scenario di tensioni commerciali elevate, le installazioni di fotovoltaico potrebbero calare del 7% in Europa entro il 2035. Anche i sistemi di accumulo (batterie) potrebbero subire una frenata simile, con riduzioni fino al 10% rispetto ai trend attuali.
In un mercato interconnesso, le tensioni globali ricadono anche su chi crede nelle rinnovabili in Italia.
5. Perché conviene investire ora in un impianto fotovoltaico
I prezzi potrebbero aumentare nei prossimi mesi, e i benefici degli incentivi italiani (Agrisolare, Agrivoltaico, CER, ecc.) sono oggi molto vantaggiosi. Inoltre, un impianto fotovoltaico consente di:
- ridurre subito la bolletta energetica;
- proteggersi da futuri rincari;
- aumentare l’indipendenza energetica della propria abitazione o azienda.
In un momento storico in cui il costo dell’energia è in continua evoluzione, scegliere il fotovoltaico oggi vuol dire proteggere il proprio futuro.
6. Conclusione: meno dazi, più autoconsumo
I dazi, anche se introdotti altrove, ci ricordano quanto sia fragile la dipendenza energetica da fornitori esterni. Puntare su un impianto fotovoltaico significa scegliere un futuro più stabile, più economico e più sostenibile.
Il momento di agire è adesso: conviene investire nel fotovoltaico prima che i prezzi salgano.



