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In arrivo il nuovo bando Parco Agrisolare 2023

Lo scorso 19 aprile 2023 è stato emanato il Decreto Ministeriale (fonte Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) che fornisce le direttive per il nuovo bando Parco Agrisolare 2023. Un primo bando era già stato pubblicato nel 2022 e quello che uscirà a breve, rifacendosi al precedente, prevede lo stanziamento di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Non si tratta di un fondo nuovo, in quanto per gli anni dal 2022 al 2026 sono state messe a disposizione risorse fino a 1.500 milioni di euro e, ad oggi, ne risultano disponibili ancora 993.031.470,19.

Rispetto allo scorso anno, sono state introdotte delle novità, quali la possibilità di fare domanda anche in forma aggregata, in associazioni o raggruppamenti temporali, reti d’impresa o comunità energetiche rinnovabili; l’aumento della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo da 50.000 a 100.000 euro; l’aumento della spesa massima ammissibile per dispositivi di ricarica elettrica fino a 30.000 euro; la possibilità di realizzare interventi senza il vincolo dell’autoconsumo e l’aumento delle intensità massime di aiuto concedibili.

I destinatari e le risorse

I soggetti che possono beneficiare di questo incentivo sono gli imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria, le imprese industriali con codice Ateco prevalente e le cooperative agricole, anche sottoforma di consorzio. Restano esclusi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA, ovvero con un volume d’affari annuo inferiore a 7.000 euro.

Le risorse disponibili, pari a 993.031.470,19 euro, verranno suddivise tra imprese del settore della produzione agricola primaria (693.031.470,19 euro), imprese del settore della trasformazione di prodotti agricoli (150 milioni di euro), imprese del settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli (75 milioni di euro) e imprese del settore della produzione agricola primaria senza vincolo di autoconsumo (75 milioni di euro). Nei primi due casi, agli interventi realizzati è riconosciuto un contributo pari al massimo all’80% della spesa, mentre nella terza e nella quarta ipotesi, il contributo va fino al 30% della spesa.

Gli interventi e le spese ammissibili

Gli interventi, per beneficiare di questo contributo, devono prevedere l’installazione di impianti fotovoltaici di nuova costruzione sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, con una potenza di picco che sia compresa tra 6 kWp e 1000 kWp. Per quanto riguarda le aziende agricole di produzione primaria, l’installazione di impianti fotovoltaici deve avere come obiettivo quello di soddisfare il proprio autoconsumo. Contemporaneamente, possono essere eseguiti anche altri interventi di riqualificazione per il miglioramento dell’efficienza energetica, quali rimozione e smaltimento di amianto o eternit dai tetti, isolamento termico dei tetti e sistemi di aerazione connessi alla sostituzione del tetto.

Il limite massimo per i pannelli è di 1.500 €/kWp, incrementabile di altri 1.000 €/kWp in presenza di sistemi di accumulo. In riferimento questi ultimi, la spesa massima non può eccedere i 100.000 euro. Se vengono installati dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile o per le macchine agricole, può essere riconosciuta un’ulteriore spesa fino a un limite massimo di 30.000 euro. Per quanto riguarda rimozione e smaltimento dell’amianto, miglioramento dell’isolamento termico e coibentazione dei tetti, il limite massimo è di 700 €/kWp.

Va specificato che per gli interventi sopra elencati sono inoltre ammissibili le spese di progettazione, asseverazioni e altre spese relative all’elaborazione e presentazione della domanda, direzione lavori e collaudi.

Gli interventi non agevolabili

Le seguenti spese non saranno oggetto di incentivo:

  • Acquisto di beni usati;
  • Acquisto di dispositivi per l’accumulo di energia prodotta da impianti fotovoltaici già esistenti;
  • Lavori in economia;
  • Pagamenti effettuati cumulativamente, in contanti e in compensazione;
  • Spese effettuate o fatturate al soggetto beneficiario da società con rapporti di controllo o di collegamento;
  • Servizi di consulenza connessi alla consulenza fiscale, alla consulenza legale o alla pubblicità;
  • Acquisto di beni non connessi all’intervento di efficienza energetica o all’installazione dell’impianto;
  • Pagamenti a favore di soggetti privi di partita IVA;
  • Prestazioni gestionali;
  • Acquisto e modifica di mezzi di trasporto.

In ogni caso, gli interventi non possono comportare un peggioramento delle condizioni ambientali e delle risorse naturali e dovranno garantire il rispetto del principio “non arrecare un danno significativo all’ambiente”. Infatti, non sono ammesse spese che prevedono attività su strutture connesse ai combustibili fossili, attività che generano emissioni di gas a effetto serra superiori ai parametri di riferimento, attività connesse a discariche, inceneritori e impianti di trattamento meccanico biologico e attività il cui smaltimento di rifiuti a lungo termine potrebbe causare un danno all’ambiente.

Come richiedere il contributo

Il contributo verrà concesso fino all’esaurimento delle risorse disponibili e va richiesto esclusivamente attraverso la piattaforma informatica dedicata. Il soggetto richiedente dovrà allegare i seguenti documenti:

  • Modulo informatizzato con anagrafica del soggetto beneficiario, descrizione catastale dei manufatti oggetto di intervento, descrizione di massima dell’intervento, richiesta di contributo e dichiarazione di resa;
  • Relazione tecnica asseverata del professionista abilitato con descrizione del sito e dei lavori oggetto di contributo, stima dei costi e dei lavori distinti per tipologia di intervento, cronoprogramma delle attività tecnico-amministrative necessarie alla realizzazione di ciascuno degli interventi per cui si chiede l’agevolazione, dal momento della concessione del contributo sino alla conclusione dei lavori, descrizione dei lavori con le specifiche dei materiali, visura del catasto fabbricati, documentazione atta all’identificazione del fabbricato, dossier fotografico ante operam per documentare lo stato dei luoghi ed eventuali coperture in amianto.

Coloro che presentano la domanda dovranno realizzare, collaudare e rendicontare gli interventi entro 18 mesi dalla data di pubblicazione dell’elenco, salvo richiesta di proroga approvata dal soggetto attuatore. Sono consentite modifiche, a condizione che non comportino un peggioramento alla prestazione energetica indicata nel progetto inziale.

Il provvedimento di concessione contributo verrà erogato entro 30 giorni dall’approvazione della domanda. Per la fruizione dell’incentivo però, il soggetto beneficiario deve trasmettere, entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento:

  • Una relazione finale su risultati e obiettivi conseguiti dal progetto da pubblicare sul sito del Ministero;
  • Una rendicontazione delle spese effettivamente sostenute e fatture relative alle spese ammissibili;
  • Una rendicontazione del contributo fornito dal progetto al conseguimento dei target associati all’investimento;
  • Documentazione di legge per le verifiche antimafia.

L’erogazione del contributo avverrà entro 90 giorni dal ricevimento della documentazione completa, per mezzo di bonifico bancario e in un’unica soluzione.

Powersol è il partner che segue tutto l’iter di gestione della pratica, quindi se sei un imprenditore agricolo non perdere questa occasione e clicca qui per essere anche tu uno dei beneficiari del Bando Parco Agrisolare 2023!

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